Le
origini del ducato di Urbino, vero e proprio Stato, risalgono
all’anno 1443,
anno in cui Papa Eugenio IV nominò Oddantonio II da Montefeltro,
primo duca di Urbino. Lo stato ebbe per lungo tempo come capitale la
città di Urbino, uno dei centri focali del Rinascimento italiano.
Con
la nomina papale si ebbe la trasformazione della Contea di Urbino in
Ducato che vide il suo termine nel 1631
con la devoluzione del medesimo allo stato Pontificio in seguito
alla morte dell’ultimo duca Francesco Maria II della Rovere.
Estensione
del Ducato
Il
ducato di Urbino o Stato, qual si voglia chiamare, coincise con la
parte della Regione Marche corrispondente alle attuali province
Pesaro-Urbino ed Ancona e con un lembo di terra umbra, ovvero con i
comuni di Gubbio,
Cosatacciaro e Scheggia. Confina con l’Emilia Romagna e la Toscana.
Le
terre del ducato si articolavano in un paessaggio, di mirabile
fascino. Da aspre cime appenniniche si giungeva al dolce litorale
adriatico, attraversando tenere colline e belle vallate.
Le
vicissitudini storiche con guerre perenni tra signori confinanti, che
si prolungarono fino al XV secolo, resero il ducato di Urbino uno
Stato a geografia variabile che crebbe o diminuì con l’alternarsi
delle vicende.
In
un primo tempo ad Urbino
si aggiunse il comune di Gubbio
e in seguito i comuni di Cantiano, Cagli, Casteldurante (Urbania),
Fossombrone, Senigallia, Mondavio e Pesaro.
Il
ducato risultava composto da uno Stato
Vecchio (Urbino, Gubbio,
San Leo, La Massa Trabaria, Urbania, Fossombrone e Cagli) e da uno
Stato Nuovo
( Senigallia, Mondavio, Pesaro).
Sia
lo Stato Vecchio che quello Nuovo, erano formati da piccole signorie
con una loro capitale. Nel momento in cui venivano annesse allo Stato
di Urbino, le città portavano una dote di beni culturali.
Il
Ducato di Urbino non possedeva un’unica città importante, la
capitale, bensì si confrontava ed interagiva con tutte le città
importanti del suo territorio.
Tale
decentramento risultava essere una risorsa politica per il Ducato,
favorendo una distribuzione omogenea della popolazione e del lavoro
sul territorio, evitando una concentrazione massiva di popolazione in
un'unica città. Con la Famiglia dei Montefeltro e poi con i Della
Rovere le capitali delle terre ducali crebbero arrichendosi anche di
un patrimonio culturale eccezionale, ancora oggi presente e
ammirabile sul territorio.
Un
po’ di storia
Per
due secoli e mezzo le vicende di due famiglie, i Montefeltro e i
Della Rovere, caratterizzarono la storia dello Stato di Urbino.
La
presa di possesso del territorio ducale da parte dei Montefeltro
avvenne nel 1375, con il riconoscimento pontificio a favore del conte
Antonio da Montefeltro.
Da
tale data trascorsero duecentocinquantasei anni, di cui
centrotrentratre di signoria feltresca (1375-1508) con cinque
signori, (Antonio, Guidantonio, Oddantonio, Federico e Guidubaldo I)
e centoventitre di signoria roveresca (1508-1631) con tre duchi
(Francesco Maria I, Guidubaldo II e Francesco Maria II).
I
signori e duchi di Urbino erano tutti Capitani di ventura e Vicari di
Santa Romana chiesa, con delega di governare e di difendere il
territorio ducale appartenente allo Stato Pontificio.
1443:
nacque il ducato di Urbino per nomina papale. Oddantonio
II da Montefeltro
venne nominato primo Duca di Urbino da parte del Papa Eugenio IV.
Il
primo duca regnò per meno di un anno prima di essere assassinato. A
lui successe il fratellastro maggiore Federico,
nato a Gubbio nel 1422, uno dei principali mecenati del Rinascimento.
1474:
Federico da Montefeltro
II Conte venne
nominato secondo Duca di Urbino. Fu grande condottiero, colto
mecenate delle arti, grande umanista, diplomatico e uomo religioso.
Durante i trentotto anni di signoria, lo stato raggiunse la massima
espansione e una notevole prosperità economica, Federico triplicò
lo stato ricevuto dagli avi. Alle campagne militare alternò la sua
attività da grande statista, non perdendo mai di vista la corte e
facendola crescere utilizzando i guadagni derivanti dalle condotte
militari, promuovendo l’edificazione del Palazzo
ducale di Urbino e quello di Gubbio, la costruzione e la
ristrutturazione di rocche e castelli per rafforzare le difese
militari, allestendo una delle biblioteche più celebri dell’epoca.
Dalla
corte passarono e vennero protetti architetti, scultori e artisti
famosissimi, quali Francesco di Giorgio Martini, Luciano Laurana,
Donato Bramante, Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Paolo
Uccello, Luca della Robbia, Giusto di Gant, solo per citarne alcuni.
Nel
1459 sposò in seconde nozze Battista Sforza.
Nel
1480, Gubbio,
patria di Federico da Montefeltro, divenne la seconda residenza della
famiglia ducale, città molto amata dai conti e in seguito duchi di
Urbino.
Il
duca regnò fino al 1482 anno della sua morte.
1482:
salì al potere il figlio di Federico, Guidubaldo
I da Montefeltro
terzo duca di Urbino. Promettente condottiero, non riuscì ad
eguagliare il padre, a causa della salute cagionevole fin da giovane.
Durante il suo regno ci furono lotte contro lo Stato della Chiesa,
subì delle conquiste da parte dei nipoti dei pontefici quali il Duca
Valentino e Lorenzo de’ Medici, ma mai di lunga durata.
Sposò
Elisabetta Gonzaga, con la quale alla corte protesse artisti del
calibro di Raffaello, Bramantino e Luca Signorelli, letterati come
Baldassarre Castiglione l’artefice dell’opera letteraria il
“Cortigiano”.
Guidubaldo
non ebbe figli e prima della sua morte adottò Francesco Maria I
Della Rovere, primogenito della sorella Giovanna.
1508:
Francesco
Maria I Della Rovere
diventò quarto duca di Urbino. Riuscì a riprendere Urbino al papa
Medici e ampliò lo stato con l’annessione di Senigallia
e Pesaro,
che diventò nuova capitale del ducato nel 1523. Il Duca sposò
Eleonora Gonzaga, nipote della zia adottiva Elisabetta Gonzaga.
I
due duchi si dedicarono alla costruzione di sontuose dimore, tra cui
il Palazzo Ducale e Villa Imperiale di Pesaro. Come gli avi, il Duca
fu protettore di numerosi artisti quali Girolamo Genga, Tiziano,
Raffaellino del Colle.
Nonostante
Urbino risentisse dal punto di vista demografico ed economico dello
spostamento della capitale, lo Stato continuò ad essere prospero
fino al XVII.
1538:
a Francesco Maria I Della Rovere successe il figlio Guidubaldo
II Della Rovere,
quinto duca di Urbino. Il duca amò risiedere, a differenza del
padre, nel palazzo di Urbino per il quale promosse la sistemazione
del secondo piano. Anche lui protesse alla sua corte numerosi
artisti: Tiziano, Bartolomeo Genga, Battista Franco.
Si
sposò due volte, in prime nozze con Giulia Varano e in seconde
nozze con Vittoria Farnese. Morì nel 1574 e gli successe suo figlio
Francesco Maria II Della Rovere.
1574:
Francesco
Maria II Della Rovere,
sesto ed ultimo duca di Urbino, fu educato alla corte spagnola.
Protesse artisti quali Torquato Tasso e Federico Barocci.
Si
sposò in prime nozze con Lucrezia d’Este, che morì senza
lasciargli figli. Si risposò in seconde nozze con Livia Della Rovere
da cui ebbe un figlio, Federico
Ubaldo della Rovere,
che giovanissimo prese le redini del ducato e si sposò con Claudia
de’Medici dandogli una nipote, Vittoria Della Rovere.
1623:
Federico Ubaldo morì in circostanze misteriose prima di diventare
duca.
1625:
Francesco Maria II Della Rovere, rimasto senza un successore, firmò
un atto che prevedeva alla sua morte la devoluzione dello stato,
compreso di terre e castelli, alla Curia Romana.
1631:
mori Francesco Maria II Della Rovere e Papa Urbano VIII decretò la
devoluzione del ducato di Urbino allo Stato Pontificio.
Le
cose mobili della casata rimasero di proprietà di Vittoria Della
Rovere, nipote di Francesco Maria II Della Rovere, la quale portò in
dote dipinti, gioielli ed oggetti vari a Firenze, sposandosi con
Ferdinando II de’ Medici.
Dopo
l’annessione del Ducato fu costituita la Legazione di Urbino che,
nel settecento, diede il nome all’omonima provincia pontificia.
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